ART SEED #7. ELENA MENCARELLI. 37°45’02.65″N 122°25’40.35″O
MANIFESTO DELL’INCERTEZZA
“Qual è il ruolo dell’arte oggi?” è la prima delle domande sollevate da Art Seeds, un progetto artistico che si pone come piattaforma di connessione sociale e come strumento di riflessione intorno all’assurdo momento storico che stiamo vivendo. Individui in tutto il pianeta si trovano a condividere un isolamento che porta al limite la condizione dell’esistenza umana. Si pongono domande le cui risposte appaiono molto sfocate: che ne è stato della mia vita prima del Covid-19? Che ne è ora, e che ne sarà dopo?
In questa dimensione d’incertezza fare Arte è un atto urgente e necessario, equivale a reinterpretare in chiave positivo-creativa l’insensatezza dell’esistente. Ne La volontà di Potenza Nietzsche scrive: “La verità è brutta. Noi abbiamo l’arte per non perire a causa della verità”, ed eccoci a creare una nuova prospettiva da cui osservare ciò che accade (la cosiddetta verità).

Il produrre Arte e Cultura rappresenta la preghiera di chi non si accontenta delle promesse e dei dogmi del mondo, di chi soffre, di chi pensa, di chi trova carente il vocabolario della lingua comune per dar voce al proprio Io. Fare Arte ci salva dalle rovine del mondo che cedono rumorosamente. L’ opera d’arte realizzata fra queste macerie è un talismano che protegge la speranza.
L’Arte che vale la pena di produrre per il futuro è un’Arte sincera e carica di significati, simbolica e dal senso collettivo, che consoli la comunità mostrandole la bellezza enunciata da Alda Merini: “La bellezza non è che il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori.”

Credo che la mancanza di senso sia uno degli elementi destabilizzanti più difficili da gestire, al momento. Credo anche che la parola “gestire” riveli la falla della civiltà contemporanea, ovvero ritenere di essere in grado di controllare l’incontrollabile, vincere l’invincibile e comprendere l’incomprensibile, la convinzione della
superiorità intellettiva e fisica dell’uomo nell’Universo.
Il ruolo dell’Arte nella società di domani sarà quello di ridefinire le certezze e incertezze dell’esistenza umana e di celebrare i valori che si mostreranno vincenti in questo momento storico. L’Arte di domani conserverà l’insopportabile dell’oggi e lo trasformerà in ricchezza da ammirare.

“Qual’è il luogo dell’arte”, ci chiediamo. Le misure restrittive che ci costringono reclusi e fra di noi distanti o, come nel mio caso, lontani da casa (home), stanno costruendo una nuova architettura e con essa una nuova definizione di luogo. Il luogo che ci sta ospitando (parola più appropriata di “casa” per indicare le diverse condizioni di isolamento) è diventato il nostro mondo. La città si è spostata dentro le case, musei e gallerie propongono una fruizione online, come pure le palestre. Le università e le scuole hanno chiuso le porte e si sono trasferite su Zoom e su Skype. Le nostre stanze accolgono gli aperitivi virtuali con gli amici. I balconi son diventati piazze, gli ospedali monumenti agli eroi.

È stato dimostrato che il concetto di “spazio adibito” è molto più malleabile di quanto si pensava. In questo modo il luogo dell’arte è un luogo nuovo; non più lo studio d’artista o i musei e le gallerie, non più le piazze, le accademie o le chiese. Il luogo dell’arte si è interiorizzato, si è fatto piccolo quanto un monolocale di 20 metri quadri e grande quanto l’Universo che ci portiamo dentro.
In qualità di curatrice e operatrice culturale sento il dovere di facilitare la ricerca di senso in questa dimensione profondamente incerta, stimolando la creazione di opere che aprano nuove prospettive sulla “brutta verità” e che trasformino i disagi della collettività in memorabilia. Durante la Prima e la Seconda Guerra mondiale gli artisti si riunivano in circoli che avrebbero scritto la storia dell’arte: Futurismo, Dadaismo, Surrealismo, Espressionismo… Noi non abbiamo il privilegio di incontrarci, ma possiamo continuare a scrivere questa storia a distanza divulgando l’urgenza di realizzare il tipo di Arte sin qui descritta.

Il mio contributo ad Art Seeds consiste nel diffondere tale urgenza nella mia rete artistica in Australia, Stati Uniti e in Europa. Spero in questo modo di riuscire, insieme ai miei collaboratori, a promuovere i valori che davvero si mostreranno vincenti per il futuro: empatia, relazioni umane, creatività.

Inoltre, offrirò un contributo materiale producendo delle opere che riflettono sullo spazio ridefinito dall’emergenza sanitaria: “Possibilità”. Esse rappresenteranno il disagio e le potenzialità insite nel confinamento spaziale, insieme ai significati che emergono da momenti di solitudine, di speranza, di nostalgia, di solidarietà e di spaesamento in esso vissuti; significati individuali e allo stesso tempo universali. Ogni opera raccoglierà le voci della mia comunità, fungendo da luogo d’incontro e di confronto collettivo e ricontestualizzando la condizione dell’individuo in una dimensione corale. Una volta terminate le misure d’emergenza sanitaria collocherò le opere in punti strategici di San Francisco; in questo modo saranno fruibili a chiunque le noterà e vorrà fermarsi a riconoscervi il proprio vissuto.

“La sola parola libertà è tutto ciò che ancora mi esalta. La credo atta ad alimentare, indefinitamente, l’antico fanatismo umano. Risponde senza dubbio alla mia sola aspirazione legittima. Tra le tante disgrazie di cui siamo eredi, bisogna riconoscere che ci è lasciata la massima libertà dello spirito. Sta a noi non farne cattivo uso”, André Breton.
Cara Elena, ho trovato il tuo intervento molto sentito e vero. Ovviamente mi auguri che ritroveremo un luogo di scambio vero e vivo, come il nostro corpo. Un contatto reale, come mammiferi che vivono in un gruppo, un branco. Che l’arte ritroverà i luoghi d’ interazione. Questa pausa fermi in una scatola, che trova sfogo solo nella rete, sia solo una parentesi. Purtroppo temo che nulla ci insegnerà questa situazione. Ora tutti positivi e poi,,, molti frutteranno il contesto per pubblicizzarsi per quanto bene hanno saputo metabolizzarla e creare attraverso questa situazione, oppure, la nasconderanno dentro a un cassetto dicendo che solo il nuovo sistema permetterà la rinascita. Quello che si presenterà poi e che non sarà altro che tornare al vecchio contesto. Arte=mercato//cultura per pochi appassionati. Ti scrivo dalla scrivania del mio studio-laboratorio. Questo per dire che anch’io non abbandono ma trovo pochissimo riscontro, in questi giorni di contatti in rete, di un vero interesse per l’arte come valore culturale da non perdere. Spero di sbagliare, ma voglio un segno, che venga da tanti. Ora aspetto,,,,
Cara Nadia,
Ti ringrazio per il tuo commento. Anche io non vedo l’ora di tornare ad incontrarci e creare in una dimensione fisica, purtroppo il presente ci chiede di adeguarci a nuove modalità d’interazione: virtuali, dilatate nel tempo e a distanza. E’ vero che la situazione è davvero difficile, ma potremmo cercare di trasformarla in una possibilità di crescita. L’adattamento è sempre un processo sofferto, ma porta evoluzione. Il contesto del post-Covid19 dipenderà solo da noi. Capisco che stai incontrando delle difficoltà nei contatti, anche io…Nonostante ciò continuo a credere nei valori che nomino nel testo: empatia, relazioni umane e creatività. Incanaliamo le nostre energie in quello che NOI possiamo fare in prima persona per promulgare questi valori, i riscontri verranno da sé, nel tempo e a piccoli passi. Inizia a tracciare il tuo segno, senza aspettare che lo facciano in molti, quelli seguiranno…